CURVE DI LIVELLO



Vagare "alle umili latitudini", tra le intermittenze della poesia, cercando voci di uomini, terre e pietre. E vedere tutto rinascere dall’humus di realtà e metafora, in una dimensione - non proprio utopica - di nuovo globale equilibrio. Una lanterna vigile ha illuminato attualità e desiderio, incontri reali e voli sognati; ha posto domande, spruzzato ironia e proposto silenzi (quelli non muti, della poesia). Un territorio percorso in tre sezioni come stadi di un tempo poetico dove Poesia è avvertita come destino e ricerca di dignità di cui intessere i giorni. Protagoniste le parole, capaci di accogliere ogni identità, rendere solidali, colmare di senso. Lungo curve planetarie che congiungono "punti allo stesso livello d’amore".


Brani critici:

A.Ferramosca restituisce centralità alla parola poetica come elemento insopprimibile di comunicazione ed incontro con l’altro. Emerge una componente mediterranea sentita non solo come ricerca delle proprie origini, ma come scoperta di archetipi, di paradigmi attraverso cui vedere il ripetersi della storia collettiva come quella delle emozioni personali. Questo rimbalzare tra il canto del mondo ancestrale e mediterraneo delle proprie origini e la complessità del villaggio globale contemporaneo rende questa poesia corale, profondamente nostra, situata in una geografia spirituale e reale in cui tutti possiamo riconoscerci. (Noi donne, marzo 2007) Luca Benassi

…chiudiamo il libro avendo attraversato la densità di un'esperienza certamente adulta, pagine nelle quali si assume su di sé il tempo e il suo portato di scenari con energia e leggerezza e che hanno dietro l'eco della grande poesia, da Leopardi a Saffo al già citato Rilke. (La Mosca di Milano, n.15, dic. 2006) Maria Grazia Calandrone

perché i segni realizzino il processo di traghettare il tempo, quindi continuare a determinare la storia, a segnare il percorso, a non arrendersi di fronte alla storia dicendola, per dir così impossibile o finita, occorre che la parola poetica recuperi questo suo compito e questa sua realizzazione, attraverso la componente mitica. In due accezioni: il confronto con il mito e quindi con le parole consegnate al mito che ci provengono dalla nostra civiltà occidentale; e occorre d’altra parte, per problematico che sia questo suo tentativo, per destinato che sia a risultati soltanto parziali o temporanei, che la poesia non smetta una sua tensione anche utopica a farsi mitopoiesi, cioè a costruire il mito, a isolare cioè la figure che tratta, i personaggi che schiude, le dimensioni che rappresenta, a presentarcele con quel nitore, quella dimensione definita, che ovviamente è del mito, come figure che in qualche modo si presentano per essere consegnate alla nostra memoria. E questa mitopoiesi, con tutto ciò che la mitopoiesi significa su un piano culturale come attraversamento e confronto con le culture, con la tradizione, è un tratto distintivo della poesia di Annamaria Ferramosca. (dalla pres.ne, Libreria Bibli, Roma, 28 nov. 2006) Marcello Carlino

…una delle più affascinanti scritture poetiche di questi ultimi anni: le ragioni emergono potenti dalle pagine di questa raccolta. L’autrice percorre un cammino fatto di dispersioni e desideri, attraversa luoghi, visitati con gioia, che non sono diafani ma concreti, mentre invece leggero e giovane è l’io che guida e gusta ciò che vede e percepisce. E lo fa incidendo nel nostro spirito e nella cultura contemporanea. E’ questa una poesia densa di elementi esistenziali, psicologici, etici, poesia che paradossalmente rivela la prevalenza della ragione; il pianto del mondo non sommerge l’autrice poiché lei è consapevole che il suo vestimento psichico è fatto delle densa materia sacra e profana delle parole. (Hebenon, n 7-8, nov 2006 / mag 2007) Silvana Folliero

Tutte poesie di elevato livello, quelle di A. Ferramosca, che meritano di essere analizzate partitamente con grande attenzione, anzi, con amore e stupefazione, oserei dire. Anche per un particolare molto significativo: l’assoluta mancanza di punti fermi, a introdurre le maiuscole di inizio periodo. Dunque la capacità della poeta di assecondare, meglio, di lasciarsi misticamente andare al flusso delle voci che scorre inarrestabile così da ricreare richiami, echi continui, non interrotti, non franti. (intervento registrato – Università di Padova, 4 ott. 2006) Tutti brani di livello, senza dubbio alcuno. E meritano di essere ascoltati con adeguata attenzione, anzi, con amore e stupefazione, direi. Una poesia ricchissima: sia di concrete presenze scientifiche sia di lontane suggestioni elleniche e bibliche.(prox. su La clessidra e su L’immaginazione) Letizia Lanza

Una cosmicità del poetare che non annulla i riferimenti spazio-temporali; il Mediterraneo sognato e posseduto assume una dimensione di metafisica vitalità, è Creta, ma anche una Roma insolita. I luoghi si narrano attraverso le visioni, sono cantati dagli occhi attenti dei vari protagonisti odierni, talvolta senza un’identità precisa, personaggi virtuali e corali; è un Mediterraneo solcato perciò anche dai novelli Ulisse dei conflitti etnici, religiosi e della globalizzazione, ma ad ogni buon conto parte di una geografia spirituale, non un semplice transito. (Punto d’Incontro, n.3/4, sett-dic.2006) Maria Grazia Lenisa

Appassionata negli accenti è questa "salina" raccolta di Annamaria Ferramosca. Il mare infatti, con il suo portato mitico, il fascino degli spazi aperti, il richiamo alla riflessione e alla contemplazione segna decisamente la prima parte del libro e gli conferisce un afflato lirico-discorsivo, un ambito di raccoglimento e di silenzio interiore popolato dai miti della grande civiltà mediterranea, dai suoi colori, suoni, odori che scorrono quasi in un poema-fiume per le prime 40 pagine. Poi l'Io si muove, di orienta, sussulta, si dis-orienta fra il fragore delle cronache, l'irrealtà del reale intasato da odio, violenza, distruzione, frenesia di potere. Infine ritorna come un'onda a depotenziarsi sulla spiaggia del proprio privato-specchio-del-mondo, dell'oggidiano che vuole redimersi dall'insignificanza cercando un senso nel rito del vivere per mezzo della poesia, con tenacia, con metodo, perché altra via di "salvezza" non è possibile. Il vagare e il tornare, l'immobilità e lo scatto, il movimento dell'Io da un "dentro" a un "fuori" e viceversa, costituiscono pertanto un'odissea, una felice dissipazione che si ubriaca di spazi chiari e squillanti dove l'Io cerca e trova le sue corrispondenze, ma anche di ombre fresche e di riposo, dove la materia dell'esistenza viene indagata con l'occhio di una sensibilità attenta. (poiein.it, 2006) Gianmario Lucini

Annamaria Ferramosca ha saputo proporre con questa sua nuova, convincente opera poetica, Curve di livello uno scandaglio ampio e incisivo del mondo. Ha saputo oscillare con moto isocrono tra la concretezza dei dati di fatto dell’essere e quell’aspirazione, ugualmente solida, a crearsi una “mitologia del quotidiano”. I luoghi d’elezione, gli incontri, le presenze, le assenze, la comprensione dell’incomprensibile. L’attimo breve che dà senso, o speranza di senso, al tutto. Questo libro è un utile e ispirato “manuale di volo” da leggere prima, dopo e durante i tentativi di decollo e di atterraggio sui suoli sassosi del nostro tempo.(poetrywave, vicoacitillo.it, 2006) Ivano Mugnaini

Il mondo, osservato appassionatamente da A. Ferramosca - per sensi e simboli, miti e cronache -, in tutte le latitudini possibili - dalla molecola alla costellazione -, decifrato con tutti gli strumenti – ragione, intuito immaginazione,–, sceglie per mostrarsi la vis della parola, scolpita come una cicatrice, nella «dolce terra [e nella] carne insieme, dilaniate». Di questo tramite Annamaria Ferramosca si assume, assolvendoli con merito, tutti gli oneri, anche estetici ed etici, elevando così la propria parola narrante al rango privilegiato di autentica parola poetica. (da Scorpione letterario) Alfredo Rienzi


Premi

Premio Città di Castrovillari-Pollino 2006, Premio Violetta di Soragna 2006, Premio Astrolabio 2006, Premio Internazionale per l’Integrazione Culturale 2011, nella rosa del Camaiore 2007,  Premio Speciale Contini Bonacossi 2008, finalista ai Premi Anguillara Sabazia 2006, Pascoli 2007, LericiPea 2007, Città di Tortona 2008, 3^al Premio San Fele 2008, segnalato al Premio Lorenzo Montano 2007, Premio Il Simposio, 2007.