IL VERSANTE VERO
Informazioni
Titolo: Il Versante Vero
Autore: Annamaria Ferramosca
Editore: Fermenti
Pagine: 96
Anno: 1999
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Introduzione di PLINIO PERILLI
Qual'è Il versante vero che Annamaria Ferramosca risale e domina come il più giusto e lungimirante osservatorio-insieme del mondo pubblico, e dei dolci e rarefatti segreti dell'io? "Il senso dell'esistere", ella intona con la lirica filosofia giapponese di Kikuo Takano, " è nel lasciarsi interrogare"... E qui, l'interrogazione, l'interrogarsi, si avvicendano caparbi e continui, fieri o dolenti d' esistenza, mai smentiti nei lampeggianti, emotivi barlumi della speranza, epperò consapevoli della solidale, asprissima pena d'ogni umano, terreno percorso d' identità, itinerario d'eterna ma quotidiana autocoscienza :
Piano, va' piano.
Devi poter parlare
mentre cammini.
Son forse i passi d'un uomo tanto lunghi
da non permettere insieme
parola e respiro?
... Aggraziata e assisa precettistica che ricorda - per piglio immaginativo e ammonimento pensato, l'olimpico, goethiano e un po' affannato romanticismo del Divano occidentale-orientale ("si parva licet..."!), che sensualmente mai rinnega la filosofia e la morale del suo stesso nucleo o messaggio poetico : " Tu mai finisci: e ciò ti fa divino; / né mai cominci : e questo è il tuo destino./ Gira il tuo canto come il cielo astrale, / l'inizio al fine eternamente uguale"... (cfr."illimite", in Dal libro di Hafiz ).Tutta la costruzione interiore e insieme l'architettura lirica della Ferramosca lancia "un ponte comprensibile" fra l'introiettato e il fenomenico, esalta la realtà tutta a " parabola comune " - insomma proclama e varca lo stesso "limite d'ali" del nostro appello e della nostra risposta di poesia. Forbita e salda la struttura di questo libro d'esordio, aperto da una sezione, "Le tracce, i fuochi" dove i viaggi fra geografia e storia, incanto onirico e mitizzazione ancestrale, una Natura personificata come costellazione di voci ed eventi, ci guidano fra i minareti o i bazar di Istanbul, gli identici Dolmen irlandesi e "tre massi levigati" che "guardano il sole in Puglia": medesima, indecifrata ma antica "lingua per pregare gli dei / o invocare la pioggia / Da nord a sud uguale / fame e necessità"... Così, il parallelo radicato e vitale fra l'antichità e il presente, la terrigna saggezza del progresso, consentono alla Ferramosca (che provenendo dal mondo scientifico rivela, ex contrario , una migliore adesione umanistica e una più lucida orchestrazione concettuale) divinazioni contemporanee sincere e allarmate :
...
No, non bastano, Europa,
splendenti demoni tecnologici
o prodigi multimediali
a sostenere
lo sguardo naufrago
della bambina curda sulla costa
occhi che sommergono il cielo
Europa, Europa,
che passi oltre l'immagine?
In un' altalena di visualizzate emozioni liriche che vanno appunto dall' apostrofe civile al ricordo danzante della "pizzica" salentina (ballo liberatorio collettivo che rimemora e rinsangua l'origine stessa dei riti orfici), il paesaggio umano, la fisiognomica anonima e alienata d'un viaggio in metropolitana e i drammi attualissimi dell'anoressìa, della bulimìa. Insomma, mai come in queste pagine il poeta è intensamente alle prese con i suoi forti doveri e diritti di solidarietà, nel rito espressivo e soprattutto nel gesto intellettuale di consapevole, affinato rappresentante e dunque testimone privilegiato della Realtà. E in questo senso ci sembra che un componimento come "Internet" la dica lunga sui doveri del progresso e sugli annessi e connessi temi della vera comunicazione globale, obbiettivo e traguardo del nuovo millennio ben al di là delle mode e delle recite di patinato conformismo informatico :
...
Purché tu corpo-mente
liberi dal desiderio di possesso
Purché tu in pace esatta
Con te,con l'altro, con l'altrove
Il mondo vibra
in trame parallele
risposte alle costellazioni
...
Riflessioni su un'immensa ma già smagliata "Rete" interattiva, sull'ininterrotto e sconfinato ipertesto che è ormai la nostra vita - se pilotata si arrende al mare magnum del mercato e della tecnologia, e non recupera invece nel più segreto cuore di sé le ragioni e l' illuminato malessere di una squillante metafora esistenziale:
...
Amiche, amici, compagni miei incolpevoli !
Lacrime scambiate
per fastidio di rimmel
o peggio, pena
al mio limite d'ali.
Ed è proprio qui che la raffinata e volitiva auscultazione antropologico-culturale della Ferramosca, recupera e si salva con l'antidoto d'una fiera e squisita autoironia; si veda l'esercitazione iperstilistica di "Esitazioni" ("...Emetto suoni allitterati e sincopi, / mi percuotono sistole e diastole "...), o le rimembranze quasi baudelairiane sulla "strana intesa gatto- poeta":
...
Bastano due pupille sciamane a sconcertare
intere teologie di finitezza.
Tu vivi dispiegando
perfezioni leggere
figure e moti
come musica d'onda che sospende.
E pensi - so che pensi -
l' inconoscibile dietro cortine di velluto.
Incanti di cui chiedo decodifica.
...
Con coraggio neoelegiaco e fervida onestà interiore, Annamaria Ferramosca canta e cerca le "storie piccole del mondo", colleziona e riscatta "le ore disarmanti " che per reazione invero ancor più ci decidono e fortificano l'anima. I nostri sognati traguardi sono grandi, vasti i progetti e gli orizzonti di luce. Invocata e forse perennamente irraggiunta, l'Energia Universale, l'Anima Mundi ci guida e conforta come una cometa dell'incanto, la fedeltà e la fiamma d'un idea o religio laica che mai smettiamo di adempiere, di consultare a cielo d'amore ("...Andrò dove mi dirai, luce / maledizione quantica dei dubbi") Ma brevi luci sommate fanno un'aurora, tante stelle frementi e "storie piccole", una galassia e un romanzo affrescato, innalzato a Futuro. Come Annamaria riesce con pochi e felici versi a spiegare e a donare alla giovane e caparbia esperienza del figlio Manuel, da cui lamenta ma anche auspica un "Distacco" che brilla dello stesso doloroso amore, della stessa profonda speranza con cui la vita, ogni età, si rinnovano e rigemmano, e le generazioni- come i poeti - si parlano e si susseguono, si perdono verso l'oltre che bramano, che li attanaglia e seduce, li accoglie e li placa in cuore :
Oggi sei luna scarmigliata
non ti lasci comprendere
Occhi guizzi di fuga
piccola nave sei disormeggiata
...
Allora scarnisciti di me
libera le tue stelle
Và, cavaliere errante, spandi
i tuoi brividi sonori per il mondo
...
PLINIO PERILLI
Brani critici:
Mi ha colpito particolarmente, per invenzioni e visioni …davvero esemplare per sapientissimo e persuasivo ritmo. (corr.privata,7-8-2000) .GIORGIO BARBERI SQUAROTTI
Il Versante” che mi ero augurato di pubblicare io stesso …Tra gli esordienti di questo periodo credo sia la migliore in toto … Sebbene la poesia non abbia paradisi da far scorgere ad alcuno o far godere a qualcuno nell’interrogazione pubblica o segreta, l’itinerario che porta ad essa è “ paradiso “ e l’Autrice sostanzialmente scova posizioni aperte di sguardo privato, un disarmato e lieto disordine, un laboratorio di esiti mai impazzito e neanche neoelegiaco, ma un duttile esporsi all’assedio (e alla pista) del proprio essere, così come in una solitudine di estri distesi. DOMENICO CARA ( riv. “ Punto di vista “ n. 23, 2000 )
Una presenza attenta al largo scenario che si snoda all’imprecisione inerme dei nostri sensi, il richiamo ad una consapevolezza diversa . La poesia della F. è quello sguardo diverso, aderente, che taglia la velocità, il tempo, le urgenze fittizie e scopre profondità che non si vedono. Una ricerca interessante tra emozione civile e personale. SILVIA COSTANZI (“ Romac’è” , 16 giugno 1999 )
Con grande abilità e scioltezza versificatoria , attraverso componimenti generalmente lunghi ma fluenti come torrente in piena , la poetessa affronta e svolge i temi più vari … emozioni e riflessioni si alternano in un gioco vario di associazioni analogiche e nel duttile uso della parola con cui l’autrice rispecchia le sollecitazioni che le vengono dall’esterno e dalla propria ricca interiorità… SILVANO DEMARCHI ( riv. La Nuova Tribuna Letteraria n. 55 , 1999 )
Con lucida coscienza l’autrice percorre i gradi dell’esperienza spirituale e determina il suo alto grado di percezione della realtà. Il risveglio coglie i vuoti dell’illusione: da un lato l’oscurità della solitudine, dall’altro la policromia del mondo. Il soggetto lirico non è mai l’io, ma il personaggio collettivo che raccoglie tutti i linguaggi, li contamina e crea una lingua onnicomprensiva. La scrittura di Annamaria Ferramosca, passando per Cervantes e Prévert, appare spoglia, crudele, ironica, amara, gioiosa. Aderisce alle cose totalmente e aspetta la loro dionisiaca epifania. DONATO DI STASI (riv.”Fermenti” n.221, 1999)
… “ Il versante vero ” è – a mio parere – il libro degli eventi , delle emozioni, del senso sotterraneo della vita , della voce dell’essere . Leggendo tutta la raccolta si ha la certezza di una struttura solida, fortificata da un’emozione intensa. … L’io poetante , robusto , non teme e non tesse fragili tele ma alza contrafforti che sfidano il tempo , si scinde in penetrante sguardo che va ben oltre il presente…Questa poesia pone delle basi di ricerca importanti e forse temibili , poiché tende a squarciare i veli di alcuni misteri… …”Il versante vero “ ci fa capire che forse la poesia del XXI secolo potrà essere alquanto diversa da quella novecentesca. SILVANA FOLLIERO(dalla presentazione – libreria Melbookstore – Roma, 14 maggio 1999)
…Annamaria ha proprio una vocazione autentica ed è già in possesso di un linguaggio unico. Sono rimasta colpita dall’equilibrio di contenuto e forma. Le sue poesie sono energiche e lasciano un segno. M.GRAZIA LENISA (Punto d’Incontro)
… Si stenta a credere che Il versante vero di Annamaria Ferramosca sia un libro d’esordio: la scrittura è precisa e lievitata insieme, le immagini limpide, il dettato profondo e circostanziato, con qualcosa di magico che scatta in balenii lirici e subito si riavvia in narratività pacata, in partecipata “confessione”.
…Questa poesia è sapiente, anche se non si accalora in robustezze concettuali, consapevole che per dire meglio e più basta suggerire. “Il versante vero ” va segnalato dunque con forza e non come una promessa, ma come una realtà che ha già una sua forte e decisa identità, una sua voce autentica e compatta. DANTE MAFFIA (Poiesis, 2001, No 21-22)
… Ho apprezzato la misura, l’intensità, l’autenticità. GIUSEPPE PONTIGGIA (corr.privata, 9-8-99)
…la forte vena descrittiva, la grande capacità evocativa, la misurata ricerca semantico- neologica. Non si tratta però solo di una tecnica raffinata nel tempo e utilizzata con intelligenza. E’ invece una sorta di particolare comunanza, una specie di pathos zen che l’autrice sente con il mondo e dal mondo (da quello esteriore e da quello interiore) pretende. E’ una sorprendente opera prima.FABIO SIMONELLI ( rivista “Poesia”, Crocetti, ottobre 1999 )
…una voce suggestiva, già riconoscibile con il suo stile saldo e personale, un itinerario tematico che si sviluppa in versi distesi e intensi, una sintassi che non si concede ad incontrollati sperimentalismi, una poesia densa di visività.
…un’opera di sicuro valore, sostenuta da un pensiero, che ai bordi della scrittura interroga l’oltranza, lungo il “versante vero”, quello del Logos, della conoscenza. MERYS RIZZO SPASARO (pres.ne , Roma, 2-12-99)
… your fantastic poetry book…I congratulate your shiny future of a poet. KIKUO TAKANO (corr.privata, 1-6-99)
…un mondo che perde la dimensione del bozzetto e del diario per divenire pura suggestione di atmosfere, godimento della sillaba che lo fa rivivere nominandolo, del ritmo che lo fa respirare quasi solfeggiando le sue pause e i suoi ritorni. Questa scrittura ha qualcosa di ancestrale e di cosmico per cui si espande fino a comprendere ogni manifestazione della vita ordinaria, anzi ne diventa l’intima giustificazione, la tessitura che lega “le tracce e i fuochi”. Ecco, questa sublimazione della prassi del vivere è il fulcro di questa poesia. DONATO VALLI (corr.privata, 29-4-99)