OTHER SIGNS OTHER CIRCLES



Il libro

Ultimo di una serie che propone in versione bilingue poeti italiani contemporanei ai lettori americani – e non solo-, questo libro mostra le vie “dei segni” esplorate da Annamaria Ferramosca lungo un ventennio di scrittura poetica. Qui scorrono, come stazioni dense di stupore e interrogazione, testi tratti dalle sue precedenti raccolte (Il Versante Vero -quello dell’autenticità nella scrittura-,  Porte/Doors -i molteplici varchi dello sguardo-, Curve di Livello, -le possibili vie umane dell’incontro), inclusi altri più recenti testi inediti dalle inaspettate visioni.

I segni raccolti dall’autrice si sgranano alla lettura incidendo in profondità, invitando a scambiarsi le parole del vero sentire, come suggeriscono in copertina gli alfabeti del mondo incisi sulla parete della nuova Biblioteca di Alessandria. E’ così possibile seguire l’evoluzione di immaginario e stile di un’autrice che avverte la scrittura poetica come destino, e insieme essere investiti da quel misterioso senso di straniamento della poesia, che nasce dall’urto fertile con la vita e si offre all’ascolto del nostro malessere e all’ininterrotta domanda di senso. Pagine, queste, che additano le parole come gli anelli necessari alla tenuta “dei cerchi”, quelli desiderati e irraggiunti della mutua comprensione e del dialogo solidale.

E necessaria appare anche l’accuratissima versione inglese di Anamaría Crowe Serrano, cui pure si deve l’esauriente e appassionata introduzione.

Annamaria  Ferramosca, di origine pugliese, vive a Roma. E’ autrice di quattro libri di poesia ed è attualmente interessata a forme di scrittura collettiva, per una più intensa ricerca di senso attraverso una  poesia dell’incontro. Tra i numerosi riconoscimenti ottenuti, il Premio Internazionale Forum conferitole a Den Haag per Porte/Doors , il Premio Astrolabio per Curve di livello, finalista ai Premi Camaiore, Pascoli e Montano.

“Brani da ascoltare con amore e stupefazione. Una poesia ricchissima: sia di concrete presenze scientifiche sia di lontane suggestioni elleniche e bibliche.”  – Letizia Lanza

“Questa scrittura ha qualcosa di ancestrale e di cosmico per cui si espande fino a comprendere ogni manifestazione della vita ordinaria, anzi ne diventa l’intima giustificazione, la tessitura che lega “le tracce e i fuochi”. Ecco, questa sublimazione della prassi del vivere è il fulcro di questa poesia.”  – Donato Valli

“ Proprio questa mitopoiesi, come attraversamento e confronto con le culture e con la tradizione, è un tratto distintivo della poesia di Annamaria Ferramosca.”  – Marcello Carlino


Brani critici:

… Annamaria Ferramosca ha una voce dal timbro elementare e decisivo, anacronistico e attualissimo, in grado di raccogliere da sé la concretezza del già detto (la tradizione) e la spinta etica verso il non ancora compreso e il non ancora accolto (le contraddizioni taglienti della contemporaneità). La sua poesia di stampo ritmico, più che rimico, si genera nella continua discontinuità tra i due ordini di passato e presente, raccogliendo l’energia dello scarto e impiegandola nel prendere la parola, nell’assumersi il dovere di testimoniare l’immensità del dono della vita all’interno di ogni sintagma, facendone emergere lacerazioni e ricomposizioni. Annamaria Ferramosca ripropone in termini escatologici la questione del destino umano, confidando in una possibile soluzione che faccia leva sul superamento dell’estraneità in noi e fuori di noi. Attraverso un dettato metonimico e allegorico, suggerisce l’origine della nostra inquieta afasia e nello stesso tempo ci presenta una lingua inaudita, la cui rettitudine ritma l’estrema sincerità dei testi e sublima la delusione storica per l’attualità con una scrittura che, al di là delle emozioni che suscita, si pone come esauriente e coerente sistema di conoscenza. Donato di Stasi (La poesia come luogo del taumazein – Studi su Other Signs, Other Circles,  riv. Gradiva 39/40, 2011)

… In Other Signs, Other Circles di Annamaria Ferramosca è in evidenza un percorso poetico di forte coerenza, tanto controllato e rigoroso quanto emotivamente necessitato e coinvolto… dove si misura il valore, anche “politico”, del con-dividere, dell’essere sé con gli altri: un valore consegnato ad una mediterraneità in cui l’io si fa plurale; un io femminile plurale – mediterraneità femminile – che rivendica natali e residenze in una pluralità di terre, in un ideale incrocio di luoghi. Marcello Carlino

“…Sprofondi come dentro un batiscafo, felice di scrivere e di essere poeta che crea dal nulla flocculante o dalla vertigine del volo: che dalla battuta estrapola il ritmo; che separa il simile dall’identico (L. Klages). I tuoi versi, non a caso, sono ondulati e musicali; ma anche franti nelle cuspidi, negli apici, nei punti di flesso. Prima c’era Ungaretti, in lontananza, e forse solo ascoltato per echi: il suo singulto. Ora, infine il verso ampio e disteso, riconciliato con l’estasi. La punteggiatura ancora desertica, solarizzata, tecnica. E ovunque, quanti sprazzi e improvvisi riverberi: “ poi via sul ponte a pescare/ uva di Smirne in tasca” ; “sultani smeraldini / come ramarri”; “convulso il volo di colombe sul tuo capo”, e così via: Mi piace molto che tu abbia citato Bodini: che fortuna essere sua conterranea. Che nitida chiarità, che furore matematico! “  Luigi Manzi

“…un libro compatto. Non c’è dubbio che rivela una vena abbondante, fluente, riccamente metaforica, in una impostazione tradizionalmente novecentesca, tra ermetismo e surrealismo di tipo italiano.” Biancamaria Frabotta

…A. Ferramosca parte dal suo cerchio domestico delle origini, che è il cerchio del Salento, il cerchio del Sud,  ma anche il cerchio Mediterraneo. Da questo cerchio attraversa gli oceani dell’universo sensibile, aprendo la sua visione all’intelligenza e alla coscienza del mondo. A.Ferramosca , che proviene dal mondo scientifico, cerca di coniugare nella sua poesia scienza e innocenza, cioè scienza e letteratura. E questo avviene sia a livello ideologico, si a livello linguistico, attraverso una sua particolare caratteristica che è il conio di termini polifusi, di grande potere suggestivo.  Manuel Cohen

“Il tuo libro si apre come la tua persona spalancando un’identità femminile ricettiva colta raffinata dentro cui storia mito affluiscono solo per proiettarsi con desiderio nel futuro che è congiunzione agli altri. In petto la passione, sulla mano la penna. Scorre fluidamente, con una corporeità che agisce come ritratto tuo all’altro.”  Anna Maria Farabbi

“…ad Annamaria Ferramosca piace incastonare nei propri testi termini tecnologici, scientifici, biologici o propri dello slang internettiano e così, assorbendola nelle proprie parole, l’autrice tenta di comprendere la rete comunicativa che le sta intorno, vede di stare alle calcagna del mondo e degli aggiornamenti continui del linguaggio di uso mondano; ma risulta altrettanto vero che la linea comune, la coda della cometa che sovrasta tutta la scrittura di Ferramosca, sia – a oggi – il canto della radice, la danza arcaica e sanguigna del corpo parlante. Ed è questa cadenza irrefrenata che credo debba essere compresa e usata come chiave di accesso al mondo creativo di Ferramosca: immaginiamo un’etrusca che danza – ma alla luce dei monitor e con una nitida tecnocorona sul capo – ed abbiamo un’istantanea del lavoro soprattutto umano contenuto in Other Signs, Other Circles.”  Maria Grazia Calandrone

Quella di Annamaria Ferramosca è una lingua dichiaratamente mediterranea, nel senso di deliberatamente intrisa di aromi, visioni, richiami ai suoi simboli ( frutti, mari, colori, nenie, spezie, canti) e, fra questi simboli, agli alfabeti delle culture antiche, cui il titolo del libro allude fin nella foto di copertina, dedicata alla Biblioteca di Alessandria d’Egitto. ..Sensibile a tutto ciò che tocca il vivente e lo traduce in energia psichica, soccorrevole e amorosa: questa è la centralità della poesia, quella “curva di livello” cui Annamaria Ferramosca tende e a cui arriva.  Loredana Magazzeni

“…si potrà leggere in queste poesie il senso di spaesamento di fronte a un mondo sempre più tecnologico, dove comunicare diventa problematico e la solitudine ci accompagna (solitudine evocata ed esorcizzata nelle ultime tre poesie) ma dove il/la poeta può trovare un nuovo ruolo, riscrivere le pietre del mondo, cogliere il silenzio “che esplode in segni”. Gianmario Lucini

Un motivo che è sempre all’erta nella poesia di questa poetessa è quello dell’attesa e della rinascita, quel processo che restituisce la purezza dell’infanzia primordiale e la parola rarefatta e pungente dell’età matura. Anna Maria Robustelli

Un’opera di altissima scrittura – che amo profondamente. E che mi conforta, tra l’altro, in una mia vecchia convinzione: che le cose migliori in poesia, negli ultimi decenni, sono venute da donne.  Francesco Marotta



poeti serata
Annamaria Ferramosca con il poeta Alfredo de Palchi a Roma, ottobre 2010



Annamaria Ferramosca al Festival di Poesia di Genova, 9 giugno 2017