PORTE / DOORS
Informazioni
Titolo: Porte / Doors
Autore: Annamaria Ferramosca
Editore: Edizioni del Leone Gruppo Editoriale Multigraf
Pagine: 124
Anno: 2002
Versione inglese Anamaría Crowe Serrano e Riccardo Duranti
La poesia di Porte/Doors, nel suo disporsi ai riti sacri (specchiarsi, entrare, fissare, donare…), è come tale incline ai ruoli assoluti, ma nello stesso tempo continuamente si ritrova, per spinta autoctona lievemente increspata dall’ironia, a esorcizzare tutti gli incantesimi che pure rivela e partecipa agli altri.
Il tutto, in un’oscillazione periodica, inconsapevole (al di là di tutte le consapevolezze e del mestiere) ma regolare; in un baluginare obliquo (ma non crepuscolare, piuttosto se mai aurorale) che è la sua caratteristica formale, la sua stessa pronuncia melodica. (dalla prefazione di Paolo Ruffilli )
By making ready for sacred rites (looking at itself in the mirror, entering, adhering, offering), the poetry of Porte/Doors adopts absolute roles though it also reinvents itself continuously, propelled from within by a touch of irony, exorcising and yet revealing all its inner charms, offering them to the reader.
These poems have a regular rhythm, a driving force of their own, a force that is almost unaware of itself (beyond the awareness and the skills of the poet), but it is a very definite force. Their brightness is perceived as a slanted glimmer. It is not the subdued light of twilight, rather the growing light of dawn, a formal trait that gives this collection its distinctive melodic voice. (from the foreword by Paolo Ruffilli)
Brani critici:
MARIA GRAZIA LENISA: Bellissimo libro, questo Porte/Doors, che tiene alta la mediazione tra ispirazione ed esperimento. Scrittura composita, originale, con quel tipo di apporto vergine di cui è capace chi entra in letteratura da una porta diversa. Poesia della scienza e scienza della poesia qui sembrano fondersi. E pregevole è anche il lavoro di traduzione inglese -di certo non facile per il linguaggio così estroso e mobile- che aggiunge “nuove ali ” a questa poesia. (corr.priv.2002)
FABIO SIMONELLI: “PORTE/DOORS ” è un’opera che si presta a una lettura a più livelli, dolce ed energica a un tempo, dotata di grande efficacia e piena di attenzione per il lettore. (“Poesia”, sett.2002)
DANTE MAFFIA : questa poesia che fermenta è come sfumata dalla presenza di una “scientificità”che tiene lontana la passionalità: tutto è filtrato attraverso un’alchimia della parola, tanto da far emergere addirittura qualcosa di liturgico, che nasce da echi profondi, lontanissimi. (Poiesis, 2002)
DONATO DI STASI : l’intento di Annamaria Ferramosca è di trasporre la cronaca sofferta del mondo in una più desiderabile sfera poetica, dove liberare eventi e fenomeni dalla loro sorte di declino entropico. La trasposizione lirica comporta effetti memoranti: si tratta di un bisogno di possesso della vita che solo la scrittura, attraverso i suoi movimenti metaforici può assicurare . Porte/Doors prova che di essenziale all’individuo rimane il linguaggio, il quale distingue la muta passività dal dialogo operoso con la realtà: la poesia trasforma l’esprimersi in comunicare e accresce il sentimento della vita senza schermi fintamente consolatorî . Un senso di libertà intellettuale tesaurizzato nell’iniziativa di un inusitato testo a fronte in inglese, affidato a Anamarìa Crowe Serrano e a Riccardo Duranti, come indice di ulteriore slargamento del proprio orizzonte. (corr.privata)
FABIO SCOTTO:… ho apprezzato la globale solidità d’impianto, l’uso melico di canto e contro-canto, un’interessante ricerca dell’ibridazione tra i linguaggi di letteratura e scienza, elemento di sicura modernità della raccolta “PORTE/DOORS”. (lettera, 2002)
GIORGIO LINGUAGLOSSA: Tutta la poesia della Ferramosca ruota attorno al duplice obiettivo di riequilibrare il rapporto tra le conquiste della poesia novecentesca in tema di liberazione della parola dal contesto, e controtendenza di una parola che sia saldamente aggiogata al testo.(Appunti critici, Ed Scettro del Re, 2002)
RAFFAELE PIAZZA: La poesia di Annamaria Ferramosca, con i suoi riferimenti quasi sempre taciuti a cose della vita quotidiana, eppure poesia non astratta, si pone, oggi, con la sua carica mistica e luminosa, con uno stile originale e unico, in una posizione al di fuori delle linee dominanti della poesia italiana, certamente in netta antitesi con i minimalismi e gli sperimentalismi.(Gradiva,n.25, 2004)
LEA CANDUCCI : Alla base di tutta la raccolta “Porte/Doors” è l’importanza della parola, del bisogno di comunicare avvertito come un continuo rinascere attraverso l’incontro con l’altro. E’ la parola poetica quella che fa vivere. L’autrice ne è consapevole e se ne avvale con passione, con pensiero denso di immagini e una singolare creatività, armonizzata con la base culturale scientifica in una coinvolgente rappresentazione della propria molteplice interiorità.(reg.ne da pres.ne –libreria Bibli, 7maggio2002)
IVANO MUGNAINI : Queste liriche inseguono il brivido che si vela di sferzante e a volte estatico stupore. Uno sguardo che avvicina la poesia alle discipline cosiddette esatte, e queste ultime, in qualche modo, all’emozione.(La clessidra, n.2, 2003 )
GIANMARIO LUCINI: La regola di questa poesia è che, attraverso la visione o re-visione del mondo, sa stabilire nessi e dialoghi tra dimensione interiore del lettore e mondo esteriore, così che i due mondi si compenetrano e il lettore può ricollocarsi in un mondo che, in ultima analisi, è fatto anche da lui stesso. E’ soprattutto questo diverso sguardo sulle cose il pregio più genuino della poesia di A. Ferramosca. (poiein.it 2002)
ROBERTO BERTONI: The intensity of existential problems can be perceived throughout Ferramosca’s poems, but direct reference to precise life-events is omitted. The result is the non-narcissistic expression of a lyrical I who intends to address the Other, or “to speak as if/ living partaking”. (L’intensità dei problemi esistenziali è percepibile in ogni poesia della Ferramosca, ma senza alcun diretto riferimento a precisi eventi della vita. Il risultato è l’espressione non narcisistica di un Io lirico che vuole rivolgersi all’Altro, “parlare come/vivere con-dividere”). (“Translation Ireland ” n.5, 2002)